Irenè Effe:
Un vecchio, su una panchina, mi ha detto di fare una foto al mare.
Irenè Effe:
Quanto mi piacevano queste casette colorate quando ero piccola; le vedevo passarmi affianco lungo la statale mentre andavo al mare con mamma il sabato mattina, a bordo della Fiat 127.
Irenè Effe:
Questa foto è davvero una gran cafonata.
Irenè Effe:
Tu eri a lavoro; ed io ti aspettavo, cercando di mimetizzarmi tra la fauna e la flora romagnola.
Irenè Effe:
Anfore appese su di un filo invisibile.
Irenè Effe:
Il cielo di Torino da lì.
Irenè Effe:
Appena sveglia, faceva un caldo atroce.
Irenè Effe:
Quante volte ci siam passati avanti e quante poche volte hai girato lo sguardo con curiosità, lì, al Verano.
Irenè Effe:
Salto spazio-temporale di 8 anni. Click. Abbasso lo sguardo e lo getto alla mia sinistra. Mi stavi fissando in quella maniera, ancora, dopo tutto quel tempo.
Irenè Effe:
Mi piaceva il cielo.
Irenè Effe:
Feci questa foto in un momento di imbarazzo, perché c'era il ragazzo di cui mi ero appena innamorata che mi stava guardando. Pensavo che saremmo rimasti insieme per tutta la vita; poi invece quando ho sviluppato questo rullino lui non c'era già più.
Irenè Effe:
Fuoco, Nerone e Villa Borghese.