Valentina Tamborra:
Questa era Venezia, la bella lusinghiera e ambigua, la città metà fiaba e metà trappola,nella cui atmosfera corrotta l' arte un tempo si sviluppò rigogliosa, e che suggerì ai musicisti melodie che cullano in sonni voluttuosi.
Valentina Tamborra:
Si è sempre dato per scontato che Venezia è la città ideale per una luna di miele, ma è un grave errore. Vivere a Venezia, o semplicemente visitarla, significa innamorarsene e nel cuore non resta più posto per altro.
Valentina Tamborra:
Venezia è come mangiare tutta in una volta una scatola di cioccolatini al liquore.
Valentina Tamborra:
Se dovessi cercare una parola che sostituisce "musica" potrei pensare soltanto a Venezia.
Valentina Tamborra:
Venezia, metà donna, metà pesce, è una sirena che si disfà di una palude dell'Adriatico.
Valentina Tamborra:
Lontana dal mondo e dal tempo, staccata. Immobile e imperitura, Venezia bisogna rispettarla fin dove è possibile. Noli me tangere dice.
Valentina Tamborra:
La gondola nera, slanciata, e il modo in cui si muove, lieve, senza rumore alcuno, ha qualcosa di strano, una bellezza da sogno, ed è parte integrante della città dell'ozio, dell'amore e della musica.
Valentina Tamborra:
...e siamo penetrati ad occhi aperti dentro un sogno, perché Venezia è il sogno di ogni città…
Valentina Tamborra:
Perché vuoi combattere contro il labirinto? Assecondalo, per una volta. Non preoccuparti, lascia che sia la strada a decidere da sola il tuo percorso, e non il percorso a farti scegliere le strade. Impara a vagare, a vagabondare. Disorientati.
Valentina Tamborra:
Vorrei la Venezia serale, notturna… invisibile, oscura, passata
Valentina Tamborra:
“Venezia, Venezia! Mi pare che solo ripetendo questa parola io riesca a vedere le sue luci…"
Valentina Tamborra:
È una ghirlanda di fiori olezzanti; è una collana di pietre preziose. È una cosa lasciva e imponente. È una fata col sole per nimbo, che attrae, che ammalia ma che, a lungo fa venir le traveggole.
Valentina Tamborra:
Così disposte ai due lati del canale, le abitazioni facevano pensare a luoghi naturali, ma di una natura che avesse creato le proprie opere con un'immagine umana.
Valentina Tamborra:
Venezia è l’assurdità più bella che l’uomo abbia potuto creare
Valentina Tamborra:
L’acqua nera del canale, la camicia bianca del gondoliere, e alla svolta di ignoti ‘canaletti’, in mezzo a questi che non capisci se sono palazzi o covi, le grida gutturali dei barcaioli.