dalianera: Con lui dietro, con la faccia trasfigurata, e la mano al centro che tenta - invano - di fermare l'azione. Non è un'attribuzione di Longhi ma di Mina Gregori. Fino al 1963 è attribuito a Mattia Preti.
dalianera: Ma i capelli, poi, glieli ha tagliati oppure no?
dalianera: La pelle lacerata al collo, qui, è impressionante. Mette i brividi.
dalianera: Occhi di zingara.
dalianera: Napoli, Galleria d'Italia - Palazzo Zevallos Stigliano.
dalianera: Napoli, quartiere Ponticelli: veduta con Ael.
dalianera: Attila tende ad ucciderle tutte e scocca la freccia. Da un inventario risulterà, anni dopo, una "sant'Orsola confitta dal tiranno del Caravaggio".
dalianera: L'ambientazione è unica, peccato per le luci sparate, come al solito, malissimo, dentro al dipinto. Il martirio sta accadendo, non è terminato, evolve all'improvviso, senza che nessuno possa prevederlo.
dalianera: Dove le hanno trovate undicimila vergini, Dio solo lo sa.
dalianera: La “stranezza” del pittore non fu nella sua indole, ma fu un comportamento condizionato dalle tragiche vicende dei suoi ultimi anni.
dalianera: E' certo una delle sue ultime opere e riassume l'angoscia della sua vita. E' un dipinto potente, tragico e umano.